Ieri, nel leggere L’Angolo della speranza, mi sono ricordato che, tempo fa, una mia amica suora mi ha raccontato una storia che ha cambiato il mio modo di vedere il prossimo.
La storia è la seguente:
Un gruppo di venditori furono invitati a un convegno. Tutti avevano promesso alle proprie famiglie che sarebbero tornati in tempo, la sera del venerdì, per la cena. Il convegno, però, terminò più tardi del previsto e arrivarono all’aeroporto appena in tempo per il volo. Entrarono tutti correndo e, senza volerlo, uno di loro inciampò in un banco con un cesto di mele, che caddero e si sparsero per terra. I venditori, di corsa, riuscirono a salire sull’aereo. Tutti, eccetto uno, che tornò al terminal per un sentimento di comprensione verso la padrona del banco delle mele. La sorpresa fu grande quando si accorse che la venditrice era una bambina cieca. La trovò che piangeva e toccava il pavimento, cercando invano di raccogliere i frutti. Le persone, intanto, passavano senza fermarsi. Con indifferenza. Quel venditore, invece, si inginocchiò con lei, mise le mele nella cesta e aiutò la bambina a montare di nuovo il banco.
Resosi conto che, nella caduta, molte mele si erano rovinate, tirò fuori dal portafogli degli euro per ripagare il danno. Poi chiese: «Tu stai bene?». E lei, sorridendo, annuì con la testa. Lui cominciò ad allontanarsi, ma la bambina lo fermò chiamandolo: «Signore, sei tu Gesù?». Lui proseguì, girandosi più volte verso di lei. Quella domanda gli vibrava dentro. Perché qualcuno lo aveva preso per Gesù? Questa storia mi ha insegnato quanto sia importante essere Gesù per gli altri.
Ma anche a considerare quanti Gesù incontriamo tutti i giorni sulle nostre strade.
Riccardo G, in Famiglia Cristiana n. 36 – 4 settembre 2011
Il banco delle mele
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