Miei amati figli,
è il luglio 2003, abbiamo appena celebrato la ricorrenza del cinquantesimo della mia consacrazione sacerdotale e adesso, seduto alla scrivania nel segreto della mia stanza, affido alle pagine della mia agenda il testamento spirituale che don Vincenzo troverà quando i miei occhi saranno chiusi per sempre a questa vita, aprendosi nell’eterna visione del volto di Dio. Con la consapevolezza che voi tutti conoscerete questi miei pensieri nel giorno del mio funerale, vi invito a rinnovare la vostra totale adesione a Gesù Crocifisso. Ho sempre viva in me l’immagine del Crocifisso che sovrasta la nostra Chiesa e davanti al quale tante volte mi sono fermato in preghiera per voi, per le vostre famiglie, per l’intero rione.
Spesso, al cospetto del segno più eloquente dell’amore di dio per noi, ho rivisitato le tappe importanti della storia della nostra comunità parrocchiale. Da quel lontano 5 luglio 1959 ad oggi, non ci siamo stancati di cercare e realizzare la volontà di Dio, anche quando la prova e il dolore ci hanno visitati. Lentamente e silenziosamente il seme gettato nel campo del regno di Dio è giunto a maturazione fino a diventare un albero rigoglioso, alla cui ombra in tanti in questi cinquant’anni hanno potuto trovare riparo e conforto.
La casa di Dio e le case degli uomini sono cresciute insieme: per questo voi avete sempre sentito la Parrocchia come casa vostra. Su questa casa e sulle vostre case, continuerò a vegliare dal cielo e intercederò presso il trono di Dio per don Vincenzo, per tutti i collaboratori e per ciascuno di voi affinché possiate sempre camminare nella Sua luce. Celebrando il cinquantesimo anniversario della mia ordinazione, non posso non pensare al momento in cui vi appresterete a vivere la ricorrenza del cinquantesimo anniversario della Dedicazione della Chiesa che cadrà nel 2009. Dovrà essere quella tappa importante che segnerà ancora una volta un punto di arrivo nella storia del rione e al momento stesso un punto di partenza. Sarà l’occasione per elevare il vostro grazie a Dio per la storia che ha voluto realizzare con noi, perché l’albero ha affondato le sue radici nella terra buona. Sarà il momento propizio per chiedergli incessantemente di non abbandonarvi nel vostro quotidiano cammino, a volte tormentoso ma gravido di attese per raccogliere la sfida per il futuro, cosi che la comunità parrocchiale del San Marco non si fermi ma cammini spedita sulla strada della santità.
Sono stato un uomo semplice. Chi mi ha conosciuto da vicino sa che non ho amato né il clamore né alcuna spettacolarizzazione delle opere realizzate nella comunità; ho guardato semplicemente avanti per essere pronto a rispondere alle attese dell’uomo in qualsiasi momento della vita: dal nascere fino al morire, nel tempo della gioia e in quello del dolore. Per vivere meglio quella importante ricorrenza voglio oggi rivolgervi lo stesso invito: guardate avanti, non chiudetevi a nessuna ispirazione dello Spirito di Dio, lasciatevi condurre per i suoi sentieri, e anche se in alcuni momenti vi sembrerà di aver smarrito la strada, non perdetevi d’animo: lo Spirito viene da Dio e ci porta a Dio.
Il 5 luglio del 2009, dal cielo, mi unirò alla vostra preghiera e canterò insieme con voi ancora una volta “ Se il Signore non costruisce la casa, invano lavorano i costruttori”.
Arrivederci in cielo.
Don Ciro