Spesso nello studio della Storia della Chiesa, si cade nell’errore di tratteggiare solo le persone che hanno fondato
ordini, congregazioni, istituti. Si dimentica quasi sempre l’opera mite, modesta, ma vera e genuina, di un sacerdote “comune”. Sono stati proprio i sacerdoti comuni che hanno costruito la s toria della fede, della Chiesa,specie nelle zone più depresse, abbandonate, nei rioni periferici e isolati della città. Con la loro costante presenza, con la loro attività pastorale hanno lasciato un ricordo vivo ed affettuoso in coloro che li conobbero e ne apprezzarono la
rettitudine, la spiritualità e la forza d’animo.
Sacerdoti “comuni” privi di un ruolo pubblico che li avrebbe portati a responsabilità ben diverse. Spesso provati nello spirito e nel corpo, nella personalità e nel fisico, come “giganti” che dovettero adattarsi a fare la vita da “nani” perché hanno aborrito le gomitate, non hanno avuto un “diavolo” che li raccomandasse.
Persone non prepotenti, non desiderose di potere,sprezzanti del carrierismo, ma amanti come il Cristo e al servizio dell’amore fino al supremo sacrificio di sé; uomini perla Chiesa, organo vivo e Corpo mistico del Cristo, non a servizio di una società perfetta, strutturata giuridicamente, che tradisce il dinamismo del Vivente e porta nello statico che uccide.
Don CIRO è stato per il Rione San Marco tutto questo e ancora di più.
E’ stato un uomo-prete che si è sforzato di essere vero precursore dei tempi nuovi. Aveva il coraggio delle proprie idee, che erano l’espressione logica di una vita vissuta o il desiderio profondo ed impellente di viverla.